Atletica. Rotterdam sfortunata per la Caponnetto. Ottimo 4° posto di categoria alla “prima” europea ma quanta sofferenza

Non porta bene Rotterdam all’agrigentina Edna Caponnetto, che chiude con un buon 3h 09′ 51”, al quarto posto nella categoria SF 45, nonostante un fastidio fisico avvertito dopo aver superato metà gara.

“Indubbiamente ero partita con altri propositi – ha detto Caponnetto – ma ho dovuto fare i conti con questo imprevisto. Ho lottato ma il dolore è stato più forte, e mi sono dovuta accontentare di finire la gara senza forzare. Per me, comunque, un’esperienza meravigliosa in una maratona bellissima e sostenuta da un pubblico meraviglioso, civile e caloroso come pochi, che incitava tutti lungo l’intero percorso senza distinzioni di nazionalità, e anche questo mi ha dato la fora di concludere la gara”.

Poi, come raccolto da uno sfogo anche sui social:”… vorrei solo dire che la delusione è tantissima perché le gambe c’erano e i passaggi erano perfetti per fare il personale. Non sono un tipo che si arrende e molla. Ho pianto, lo ammetto. Sono un essere umano e, come tale i nervi mi hanno fatto crollare dopo l’arrivo.”

Quarta delle italiane al traguardo (seconda nella sua categoria, prima la italo iberica Freire), Edna Caponnetto rimane una delle protagoniste di questa stagione, iniziata a marzo con il largo successo nella mezza maratonina di Agrigento, e in linea con il finale di stagione 2018 che l’aveva vista sul tetto delle ultime due maratonine del calendario siciliano.

La Maratona di Rotterdam 2019

Alla sua terza esperienza in maratona Edna Caponnetto (GS Valle dei Templi AG), la prima in campo europeo, si conferma come una delle più accreditate specialiste master sui 42,195 km.

A Rotterdam, in una delle maratone mondiali più gettonate in assoluto l’atleta agrigentina è riuscita a chiudere al quarto posto nella categoria SF 45 in 3h09’51”, tempo di eccellente caratura ma che sicuramente non soddisfa la Caponnetto, partita con l’obiettivo di migliorare il suo record personale (3h06’44”) e avvicinare il muro delle 3 ore, ma costretta dopo un tranquillo passaggio da 1h31’28” a metà gara dal 26° km ad un progressivo rallentamento per un dolore lancinante al fianco che l’ha successivamente costretta a fermarsi a lungo per ben due volte e ovviamente a chiudere senza forzare un’andatura che sino ad allora aveva rispettato la tabella di marcia.