Il giovane portiere Russo nel frattempo si dice disposto a rimanere: «Non c’è una città e una tifoseria più bella di questa»
Giocatori in vacanza, in attesa che la società decida il da farsi. Dopo una stagione lunga e logorante, si stanno godendo un po’ di relax, ma l’attenzione è concentrata sui prossimi movimenti di mercato, e molti di loro sono «corteggiati» da club, che bussano per capire quali potrebbero essere i loro orientamenti futuri. Molti hanno la lista propria, altri, invece, sono legati alle società d’origine, per cui il futuro dipende principalmente da quest’ultime. Si tratta di juniores, che hanno fatto bene quest’anno in biancazzurro, e tra questi, sicuramente, c’è il guardiapali palermitano Federico Russo, classe ’94, un ragazzo che, specie nell’ultima parte del torneo, è parecchio maturato sotto l’aspetto tecnico, grazie alle cure del preparatore dei portieri, Roberto La Malfa, che lo ha seguito con grande attenzione e pazienza. Contro il Catania (malgrado il passivo subito) ha mostrato una sicurezza impressionante, e qualche osservatore, presente allo stadio Esseneto, ha persino chiesto informazioni su di lui. Proveniente, in prestito dalla Primavera del Palermo, con l’Akragas è stato titolare inamovibile, alternando momenti positivi a quelli negativi, facendo correre i brividi sulla schiena ai propri tifosi per le uscite un po’ spericolate.
«In vita mia – esordisce il bravo guardipali akragantino – non avevo mai vissuto emozioni così forti. Vincere con l’Akragas, davanti a questi tifosi così calorosi, è stato fantastico, indimenticabile, e che porterò sempre nel profondo del mio cuore. Non nascondo di avere, sempre, lavorato sodo, andando incontro a tantissimi sacrifici personali, rinunciando a tante cose. La vittoria del campionato, la dedico ai miei tifosi, ma soprattutto a quelle persone che non hanno creduto in me. In silenzio, e con la mia professionalità, ho ascoltato le loro critiche e sono andato avanti, poi è stato il campo a dare la migliore risposta. Devo dire grazie anche ai miei compagni, il gruppo è stata la nostra arma migliore, la nostra grande forza. Abbiamo, fin da subito, creduto nelle nostre potenzialità nella voglia di far bene e di far sorridere i nostri tifosi. In poche parole, l’Akragas è stata la mia rivincita personale».
Come ti sei trovato ad Agrigento?
«Benissimo – conclude il giovane guardiapali -, la città mi ha accolto con simpatia, e per un giovane come me, ha dato tanto dal punto di vista psicologico, mentale e di maturità. Sono consapevole che posso migliorare il mio bagaglio personale, e se dipendesse da me, direi subito sì ad una eventuale riconferma».
Sul fronte squisitamente societario, mercoledì prossimo, dovrebbe riconvocarsi una riunione per fare il punto sull’attuale situazione. Il presidente Silvio Alessi è, infatti, fuori sede per motivi di lavoro, e c’è voglia di concludere presto e bene con i futuri nuovi imprenditori che potrebbero entrare in società.