Dal 31 luglio 2023, provvedimento voluto dalla sottosegretaria Valentina Vezzali, si prevedono tutele per istruttori, tecnici e sportivi dilettanti.
Chi percepirà infatti cifre sotto i 5.000 euro all’anno non pagherà alcuna tassa, fino a 15.000 verserà solo i contributi previdenziali, oltre i 15.000 pagherà, invece, anche quelli fiscali. C’è da dire, a tal proposito, che la FIGC continua a chiedere alcune modifiche.

Questa riforma va a incidere su tutti quei lavoratori nel mondo dello sport – soprattutto dilettantistico – che fino ad oggi non hanno goduto di necessarie tutele come i versamenti previdenziali, la copertura assicurativa, e per le donne, ad esempio, la tutela della maternità. Lavoratori di serie “B” rispetto a chi ha la fortuna di lavorare nel mondo sportivo dei cosiddetti professionisti.

Il testo, di fatto, riscrive la disciplina del lavoro sportivo dilettantistico. La soglia esentasse scende, come detto, da 10mila a 5.000. Sotto questa cifra non si applicano né ritenute previdenziali né ritenute fiscali. Alla base di questa scelta l’idea che il lavoratore non viva esclusivamente di quel contributo economico. Per venire incontro alla società dilettantistiche il nuovo decreto prevede che fino al 31 dicembre 2027 la contribuzione previdenziale è dovuta nei limiti del 50 per cento dell’imponibile contributivo e la prestazione pensionistica è ridotta in maniera equivalente.

La FIGC, insieme ad altre federazioni sportive, ha chiesto una norma transitoria che permettesse alle società di adeguarsi all’abolizione entro il 2025. Niente d afare. L’abolizione del vincolo sportivo comincerà il prossimo 31 luglio 2023.